AMPIO SPETTRO

Risultati immagini per telescopioThomas Macho ( Vienna,2 Luglio 1952  ) è uno scienziato culturale 
filosofo. I suoi interessi di ricerca riguardano la storia 
del periodo e la cronologia, la storia culturale dei rapporti uomo-
animale, la morte e la morte culti, la religione in età moderna, la 
storia di rituali, estetica del mostruoso, scienza e fantascienza. Egli 
scrive anche saggi regolari e recensioni per la Neue Zürcher 
Zeitung, il tempo e l'altro di stampa dei media. Collabora con 
il Forum Austriaco di Cultura insieme a Berlino.

Riporto dal sito doppiozero un articolo che trovo molto stimolante, uno strumento per una visione ad ampio spettro sul mondo: 

Thomas Macho. O Della Scienza della cultura di Antonio Lucci.


....Il suo ultimo progetto di grande respiro è stato un libro su temi economici, dal titolo Bonds. Schuld, Schulden und andere Verbindlichkeiten [Bonds. Colpa, debiti e altre obbligazioni], del 2014, dove veniva presentata una lunga serie di prospettive e discussioni su differenti aspetti dell’“ordinamento economico della contemporaneità”. Ci potrebbe chiarire l’idea alla base del libro? Come può contribuire la prospettiva della scienza della cultura al chiarimento della situazione economica contemporanea?
Il libro è il risultato di una conferenza del dicembre 2012, in cui si doveva guardare alla crisi finanziaria, e alle sue conseguenze, dal maggior numero possibile di punti di vista differenti, non necessariamente economici. Perciò furono invitati non solo economisti, ma anche filosofi, etnologi, storici, sociologi, psicologi, giornalisti e artisti. Il mio contributo cominciava chiedendo a chi possiamo essere debitori, in quanto gli apparteniamo e siamo di sua proprietà: agli antenati e alla famiglia, a un dio e a una chiesa, allo stato, a una banca o a noi stessi. Ero stato ispirato da una critica ai sistemi di relazione della genealogia e dall’abbozzo di un’economia esistenziale, che rispettasse al contempo le regole della “migrazione verticale” – attraverso la nascita e la morte –: non è un caso se tutti i documenti di viaggio noti segnano il luogo e il punto nel tempo del passaggio attraverso cui siamo venuti al mondo, per poi, di nuovo, lasciarlo. Dal concetto di un’economia esistenziale si possono dedurre due esigenze: l’esigenza di una critica fondamentale all’idea di eredità (come recentemente l’ha formulata anche Thomas Piketty) e l’esigenza dell’introduzione di un reddito di cittadinanza come “denaro di benvenuto” che reagisca al fatto che nessuno ha scelto volontariamente di venire a questo mondo. Fa parte dei fondamenti delle costituzioni civili che tutti noi siamo nati liberi e uguali, detto enfaticamente: nudi, proprio come moriremo. Dobbiamo così riflettere sul perché alcuni bambini vengono al mondo con un conto in banca strapieno e altri già in povertà e miseria, con la possibilità di avere debiti che dovranno risarcire per tutta la vita. Ho cercato di analizzare questi temi in un saggio più lungo dal titolo Das Leben ist ungerecht [La vita è ingiusta].

Lei ha lavorato molto anche sulla cultura, sull’arte e sulla filosofia italiana: da Pier Paolo Pasolini alla cosiddetta “Italian Theory”, la filosofia italiana contemporanea. Crede che oggi si possa parlare di una “scienza della cultura italiana”? A quali autori e aspetti della cultura italiana si sta interessando, in questo periodo?
Una scienza della cultura italiana c’è già da molto tempo, anche se forse non è stata contrassegnata in questo modo. Nel suo computo possono essere annoverati autori come Paolo Mantegazza, Camillo Sante de Sanctis, Ernesto de Martino, Pier Paolo Pasolini, Carlo Ginzburg, per fare solo pochi nomi. Credo anche che i dibattiti sull’“Italian Theory” supporteranno lo sviluppo di nuove forme di scienza della cultura in Italia, soprattutto se il confronto con diversi concetti di vita e forme di espressione della biopolitica – siano essi nel senso di Giorgio Agamben o di Roberto Esposito – potrà essere approfondito come critica all’ordinamento dei sistemi genealogici. Non a caso mi sono permesso di associare le forme attuali di trattamento del debito con alcuni passaggi dal romanzo di Mario Puzo The Godfather [Il padrino]: “I’ll make him an offer he can’t refuse” [Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare]...


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