MADRE



Sono il faggio nel giardino, saldo e solido. Sotto le mie grandi braccia troverete riparo e quando tutto sembrerà vacillare, aggrappatevi alle mie radici: vi terrò, non vi farò scivolare nell'angoscia dell'oblio.
Sarò il compagno migliore; guarderò quando ci sarà da guardare, sorriderò quando servirà sorridere, vi afferrerò quando cadrete, e parlerò quando chiederete consiglio.
Vivrò a lungo. Le mie radici sono in voi e le vostre in me, perché siete alberi che si allungano verso il cielo e pronti ad aprire la vostra bella chioma, se lo vorrete.
Il faggio resta: è. 

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