PROSPETTIVA (di C. Benigni)

Sospendete per un attimo il giudizio, leggete
tra le righe di questo sonno. Troppa vita
è sepolta sotto falso nome.
L’avanzare muto di un albero,
una porta che si chiude alle spalle,
l’acqua che si gela e torna acqua.
Scavate sotto lo spessore delle voci, lì
dove l’effetto è senza causa e il caso
disegna le traiettorie del destino.
Uno sconosciuto chiederà l’ora all’angolo della strada,
dove il  tempo è un rarefarsi in forma di persone.
La parola intanto cerca di afferrare la profondità della fuga,
come in una prospettiva del Bramante.
Ma un miraggio sigilla la visione,
questa gravità che non trattiene. E ci tiene.

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