dormono respiri faticosi
e di pelle ed ossa
cingono il nulla:
il viola delle forze taciute.
Canto le solite piogge
il fondo del lago nel fondo dei giorni.
Cosa accade all'anima quando tace?
Chiuse le braccia e le mani
stretta, tremante
d'un freddo che viene da dietro le spalle.
In me un'altra me
perduta
fra alberi chini e palazzi distratti.
Non un nome a chiamare le cose
non un nome all'umano
da me mai così lontano.
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