MUMBLE MUMBLE

Le due e mezza di notte. La solita morsa alla gola mi viene a svegliare. Fame d'aria, pigiama fradicio, pensieri a Mac 3...scrivo. Nella testa ressa di voci sovrapposte, senza un senso preciso, con un unico risultato: inquietudine. Domande su domande: potrei metterle tutte in uno scatolone e domani andare a venderle, sfruttando la tentazione che un buon marketing va a risvegliare in un qualche compratore compulsivo.
Mondo di quasi pazzi, quasi uomini, quasi e basta. Se la verità sta nel mezzo, allora ci siamo "quasi"; e quasi, sappiamo tutto (ma sappiamo di niente), noi, quasi dottori, quasi scienziati....quasi dei.
Un bel giorno, con tanto d'assicurata, t'arriva la notizia del secolo (dei secoli nei secoli), quella inviata da chi conosci, ma che se la incontri per strada ti giri da un'altra parte - meglio non rischiare che s'avvicini troppo alla tua vita cosciente -...e allora le domande s'ammosciano, come un gioco gonfiabile che ha finito il suo compito. Ne rimane una sola e ti dici che tutta questa semplicità, in una volta sola, ti uccide. ti rendi conto che hai mani, braccia, gambe, piedi! insomma tutto un corpo, di carne vera, che magari non hai usato come - solo ora lo capisci! - volevi.
Allora prendi il tuo bel cronografo, fai partire il timer, e tutto appare diverso, denso, importante, inquietante...ti ricordi, addirittura, che hai un cuore - gran bel muscolo - che pompa - alla faccia tua - quando e come vuole; addirittura è quel cuore che si diverte a svegliarti nel pieno della notte, giusto per ricordarti che non c'è controllo, su niente; che hai sprecato tempo ed energie per costruire un impero di controllo, volato via per uno stupido spostamento d'aria che solo quell'assicurata poteva generare, quando l'hai aperta.

... e sono le tre.

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