INFERNO

mi riduco all'ultimo chicco di riso
sola
nel piatto d'un anonimo ristorante
dove il frastuono non ha fine.

la carne lasciata nel piatto
ancora sanguina
chiazza informe chiama pane

commensali seduti
sorrisi in attesa
occhi sui calici colmi di vino

mani afferrano
bocche avide di fuga
tracannano

tutto è statico
in posa

tutti fermi
accadono nel loro inferno
storditi dall'occasione

non sentono le fiamme
ed il lacerarsi delle carni

sorridono
non sanno più che dire

al massimo
sanno abbaiare
gli artigli già dentro
prima ancora della ragione.

nulla sanno...
abbaiano.

1 commento:

  1. Il mondo mangia,
    è sempre affamato,
    cerca nel piatto
    soddisfazione,
    bisogni che sono
    pur naturali,
    ma l’uomo mangia
    e aggiunge il suo gusto.

    Forse vuol essere
    compensazione,
    fuga al momento
    dalla realtà,
    per ritrovare,
    fra le pietanze,
    un’ evidente
    soddisfazione.

    Cesare


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