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MILO DE ANGELIS
"Morire fu quello / sbriciolarsi delle linee, noi lì e il gesto ovunque": già solo questo frammento ci rivela la qualità della poesia e la statura del suo autore.Milo De Angelis è nato nel 1951 a Milano, dove insegna nel carcere di Opera. Ha pubblicato Somiglianze (1976), Millimetri (1983), Terra del viso (1985), Distante un padre (1989), Biografia sommaria (1999), Tema dell’addio (2005).
Il mal di vivere di AMELIA ROSSELLI
Amelia Rosselli è una delle voci poetiche più importanti del '900, non ancora riconosciuta nella misura in cui il suo talento invece imporrebbe. La sua poesia si colloca sulla scia di poeti come Campana, Montale, Rimbaud, ma è ispirata anche da Dante, Petrarca, Shakespeare. Una voce di ampio respiro, che supera i limiti, talvolta angusti, della nostra poesia nazionale. Anche l'adesione, negli anni Sessanta, all'avventura del Gruppo '63, sarà contraddistinta dalla volontà di non uniformarsi e da un atteggiamento di orgogliosa distanza.
Giorgio Caproni
Una commovente lirica di una poeta italiano, in cui un vecchio dialoga con se stesso, interrogandosi sulle ragioni del proprio restare, solo ma fedele alla natura e a se stesso, in un mondo, la montagna, oramai abbandonato da tutti.
Una commovente lirica di una poeta italiano, in cui un vecchio dialoga con se stesso, interrogandosi sulle ragioni del proprio restare, solo ma fedele alla natura e a se stesso, in un mondo, la montagna, oramai abbandonato da tutti.
MARIO LUZI
Mario Luzi, nato a Firenze nel 1914, è' considerato uno dei fondatori dell'ermetismo nonché uno dei maggiori poeti italiani contemporanei.
Il periodo migliore della poesia di Luzi è, secondo alcuni critici, quello che si apre con la raccolta Primizie del deserto dei primi anni Cinquanta. Ciò che prima era posa, languore forse un po' snobistico, diventa esperienza esistenziale. L'assenza e l' "immobilità fachiresca" degli anni precedenti lasciano il posto a un'inquietudine profonda che si traduce, da un lato, in paesaggi tetri, aspri, perennamente scossi dal vento; dall'altro nella costante ricerca di un ponte tra essere e divenire, mutamento e identità, tempo ed eternità, nell'incerta speranza che questo possa in qualche modo lenire la penosa insensatezza del vivere.
GIOVANNI GIUDICI
Efficacissime sono le poesie di Giudici, che nella vita ha fatto il giornalista, l’impiegato, il maestro (nel senso di “colui che insegna a scuola”), ma soprattutto è stato poeta. Perché un mestiere “si fa”, mentre un poeta “lo si è”. Differenza non da poco, quella che passa tra un fare e un pensare, tra un trasmettere conoscenze e dare forma a propri moti interiori attraverso il verso, la rima.
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