SENTO

ti guardo, sai,
retro di casa,
mia e di tutti.


l'abbandono mi possiede,
demone affamato della mia carne
grassa,
riparo dal freddo.
dietro la pelle,
carne,
nervi, ossa:
cancelli al mio cuore.

io,
così piccola ed immobile,
avvolta su me stessa
come riccio senza senso.
potrei rotolare
ed essere lo stesso riccio
in un altro luogo.

ma cosa i luoghi?
cosa essere?
cosa?

dove sono, adesso, il fuso e l'incantesimo,
che tanto sonno portarono
a riparo dal sentire?

sento,
continuamente,
sento,
irrimediabilmente,
sento...

neppure se mi tagliassi le orecchie,
se mi levassi la pelle,
se mi cavassi gli occhi,
mi bruciassi la bocca,
mi amputassi le mani...
smetterei.

vita bastarda!

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