L'amarezza che ho dentro pesa come mille notti insonni. Solo silenzio che urla, adesso.
Cosa scrivere ancora, quando le parole tacciono e le motivazioni vanno in pezzi.
Ho capito quale possa essere il mio valore agli occhi di chi li usa ancora...ma quando lo sguardo è altrove, mi si stracciano le viscere.
Se potessi chiudere i miei e perdere coscienza!
Spengo la luce. Chissà che riesca a respirare!
Non spegnere la luce, lei va tenuta sempre accesa! Dobbiamo essere pronti a percepire anche il minimo soffio dell'anima, che continua a parlare in noi, solo che, anche se non lo vorremmo, spesso siamo distratti e non la sentiamo. Tieni accesa la luce e tendi bene l'orecchio. Non potrai non sentire, ed allora prendi penna e carta e scrivi, oppure batti i tasti della tastiera del tuo pc. Le parole si comporranno naturalmente nel loro ascolto.
RispondiEliminaFregatene, sì fregatene, dell'amarezza, non porta a nulla, se non alla negatività, alla rinucia di esprimersi, per una delusione sopraggiunta. Il silenzio che urla va ridotto di volume, se no fa saltare i timpani. E per chi, poi? Ricomponi le viscere, e lascia che gli altri si accorgano di te. Se no peggio per loro, non capiscono! ...
Ed allora vale la pena?