nati sotto il cielo d'inverno
nelle mani abbiamo sabbia
e cenere nelle vene.
già polvere nasciamo,
di vuoto ricoperti pensieri,
braccia chiedono dalla luce riparo
sotto il tasso del mio giardino.
alla soglia il passo si fa svelto,
ritagli di cielo riposti in un cassetto...
non ricordo dove nacque la mia culla!
gli artigli ritraggo fin dentro all'ultima rabbia,
trattenuta la voce nel solco della gola
sfugge oltre la cinta dei miei muri
come raffica di vento senza invito.
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